Scrivi che ti passa Aprile 22, 2016 – Posted in: Editoria

Scrivi che ti passa

 

Quanti di voi hanno tenuto in adolescenza un diario segreto?

E quanti, anche da adulti, sono soliti scrivere i propri pensieri, magari rivolti ad una persona cara?

Scrivere riguardo le proprie emozioni, i pensieri, i sentimenti può risultare davvero benefico: un crescente e piuttosto recente numero di studi ha dimostrato come scrivere, in particolare in riferimento ad eventi dolorosi, possa aiutare a sentirsi meglio. Trasferire sul foglio ciò che proviamo di fronte ad un evento stressante o traumatico favorisce, infatti, la rielaborazione mentale ed emozionale di quanto accaduto e dei nostri vissuti.

Secondo un paradigma sperimentale degli anni ’80 definito “scrittura espressiva” scrivere le proprie emozioni, i pensieri e i sentimenti più profondi riguardo ad un evento fortemente emotivo incide positivamente sulla salute fisica e psicologica del soggetto coinvolto, facilitando così la comprensione ed il significato di certi avvenimenti e del proprio stato d’animo (J.Pennebaker, 1983); inoltre, tale attività indurrebbe un miglioramento nel tono dell’umore, promuovendo un atteggiamento positivo nei confronti degli eventi vissuti (Sloan&Marx, 2004).

Nella pratica clinica è piuttosto noto come suggerire al paziente di trascrivere le proprie emozioni possa rappresentare un valido ausilio in svariate problematiche psicologiche: facilitando l’espressione delle emozioni inibite e lasciando emergere nuove modalità personali ed adattive, favorendo una più rapida regressione sintomatologica ed una migliore comunicazione interpersonale. È questo il caso di disturbi quali:

  • depressione;
  • disturbo post traumatico da stress;
  • difficoltà emotive in pazienti oncologici;
  • disturbi del comportamento alimentare;
  • Vediamo, allora, più nello specifico.

A causa della loro intensità emotiva taluni vissuti dolorosi possono essere inibiti per difendere noi stessi; tuttavia, “il dolore che tace sussurra al cuore e gli dice di spezzarsi” (Shakespeare). Il processo di confronto con le proprie esperienze emotive attivato dalla scrittura espressiva contrasta tale meccanismo di difesa, con conseguente miglioramento fisico e mentale dovuto alla riduzione del livello generale di stress.

Ma non è tutto: scrivere produce cambiamenti anche a livello cognitivo, poiché consente alla persona coinvolta di organizzare – quindi semplificare in qualche modo – esperienze ed emozioni, permettendole così di acquisire un maggior controllo.

E se poi, oltre a farci star meglio, i nostri pensieri diventassero un libro che tutti possono leggere? Un racconto dal potere catartico o una raccolta di romantiche o tormentate poesie…

Noi di Epigrafia crediamo nella magia della lettura e nel potere della scrittura, ma soprattutto crediamo che un buon libro possa nascere dalla penna di chiunque abbia qualcosa da dire. La nostra mission nazionale consiste, infatti, nel promuovere ed incoraggiare il lavoro di nuovi autori italiani, che hanno il coraggio di far conoscere le proprie idee originali.

E allora… scrivi e pubblica con noi!

 

Nicoletta Maggitti

(www.informazionepsicologia.it)

per EPIGRAFIA

Quanto è difficile scrivere?
Lo sa lo scrittore che deve fare i conti con la storia che non parte.
Con la ricerca dello stile.
Con le informazioni da trovare.
Con la struttura che deve reggere.
Con le mille riletture.
Con le continue correzioni.
Coi libri da leggere.
Con la mente che si stanca.
Col cervello che fuma.
Con gli occhi che si gonfiano.
È facile non fare nulla, più difficile agire.
È facile non scrivere, più difficoltoso farlo.

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