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Un bolognese terrone – Il pregiudizio che può essere vinto di Leonardo Lacava

LEONARDO LACAVA

Un bolognese terrone – Il pregiudizio che può essere vinto

I PERCORSI – Narrativa

Formato 14 x 21 cm

Pagine 202

Avoriata

Nero

ISBN:  9788831329170

13,00 iva inclusa

Product ID: 2470 Categoria: .

Si può considerare Un bolognese terrone una sorta di “biografa allargata”, dove l’autore descrive sé stesso e illustra il suo pensiero attraverso gli episodi più significativi della sua vita ma, soprattutto, attraverso le vite di alcuni membri della sua famiglia, in particolare i nonni, lo zio e i suoi genitori.

La sua mentalità e i suoi valori sono il frutto di queste vite che ci regalano, tra le altre cose, un’occasione per riflettere su tematiche più attuali, quasi a voler dire, per restare in tema, che il presente è figlio del passato e genitore del futuro.

 

Leonardo Lacava
Nasce a Bologna nel ‘55 da padre lucano e madre istriana, secondo di cinque figli, è sposato, ha un figlio, una nuora e due nipoti meravigliosi. Sociologo di formazione, ha lavorato come executive manager in diverse imprese internazionali, viaggiando molto e incontrando culture e realtà diverse e lontane, che hanno concorso in modo importante alla formazione del suo modo di pensare e di agire.

Viene però colpito da una grave e invalidante patologia che lo obbliga sulla sedia a rotelle e alla quasi cecità. Condizione che però non lo scoraggia, ma che anzi lo fa dedicare completamente all’attività letteraria.

Ha già pubblicato il suo primo libro intitolato Egregora, l’organizzazione con un po’ d’umanità, dove usa teorie socio-antropologiche per dimostrare l’efficacia di creare un ambiente lavorativo stabile e sicuro, ma al contempo motivante e in grado di liberare la spinta creativa presente in ogni uomo. Con l’aggravamento dello stato di salute, accelera la propria produzione letteraria, ultimando Un bolognese terrone, il pregiudizio che può essere vinto, la sua opera più recente.

 


 

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LEONARDO LACAVA, UN BOLOGNESE TERRONE

 

11 reviews for Un bolognese terrone – Il pregiudizio che può essere vinto di Leonardo Lacava

Nicola

Complimenti per il contenuto che sorprendentemente in molte parti appare ispirato ad una metodologia di impronta aristotelica, deduttiva. In alcune circostanze pare che l’autore salga in cattedra per poi tornare, quando il lettore si sta chiedendo se sta leggendo un libro di memorie o un trattato di filosofia della storia, repentinamente alla cronaca. Ritengo che questo dinamismo del racconto stimoli l’attenzione di chi legge. Alcuni episodi, funzionali alle tesi che si intendono dimostrare, sono approfonditi analiticamente, altri sono solo sfiorati come se venissero “accarezzati” da un alito di vento tiepido e benevolo. A volte si si ha la sensazione di udire la voce narrante di un film a cui l’autore ha partecipato, con grande coinvolgimento emotivo, in prima persona, ma che adesso guardia con un certo distacco e con la saggezza che proviene dalla consapevolezza di essere parte di una storia che non vedrà mai una fine.

Manuela

proprietario verificato

Il racconto ha diverse sfaccettature; mi ha colpito la dinamica con cui argomenti socio- culturali e politici si fondono armonicamente con la descrizione di eventi significativi vissuti, che vedono protagonisti vari componenti della famiglia dell’ autore e attraverso loro egli si racconta ed esprime concetti e riflessioni.
Non ho solo letto un libro ma ho visto un film che mi ha emozionato. I personaggi della famiglia descritti nei caratteri, escono dalle pagine, diventano visibili e si animano.

Giuseppe Alfonso Cassino

proprietario verificato

Normalmente un libro di duecento pagine non lo leggo in pochi giorni. Eppure, sorprendentemente, con il libro di Leonardo Lacava, come con pochi altri, è miracolosamente accaduto. Perché? Innanzitutto perché è un libro in cui lo scrittore si mette completamente a nudo dando al testo il valore incommensurabile di una “confessione”. Poi perché, l’insolita alternanza, che mi è apparsa del tutto spontanea, di approfondite riflessioni su grandi temi, toccati con profondità di pensiero e qualificate citazioni, e episodi di vita familiare ha reso ancor più stimolante la lettura, sostenuta da una tensione continua. Un’alternanza che però non frammenta il filo del discorso, ma che consente ai due distinti piani narrativi di intrecciarsi, rafforzarsi, esaltarsi sinergicamente. In questo libro l’autore ci regala i suoi pensieri più intimi, quelli familiari, ci partecipa li suoi approfonditi ed articolati punti di vista, anche sulla cronaca più recente ancora non storicizzata, senza infingimenti e forse con un pizzico di mai sopita esultanza e passione politica. Ciliegina sulla torta poi l’intimismo delle poesie che chiudono l’opera. Un libro che suggerisco a tutti coloro, e non solo, che, per ragioni varie, vivono in una grande città del settentrione la tipica condizione del meridionale, a cui spesso non rimangono che due scelte fra loro alternative: omologarsi, senza però mai riuscirci, oppure saper cogliere il meglio, sia della cultura di provenienza che di quella di approdo, per rigenerarsi. La testimonianza di Leonardo Lacava è la prova provata di questa esperienza vissuta a cavallo fra culture a cui egli stesso riconosce, seppure nelle diversità, pari dignità e pari rispetto. Grazie all’autore e complimenti all’editore.

Cesare Gaibini

I racconti di tempo passati si collegano con grande intelligenza a valori assoluti che purtroppo si sono sbiaditi al giorno d’oggi. Le atmosfere di un tempo mi hanno fatto riemergere alla mente, per analogia, tanti miei ricordi dei tempi passati. Le riflessioni sui strani tempi che stiamo vivendo attualmente sono lucide, razionali e non faziose, cosa rara al giorno d’oggi. Un libro da leggere più volte per meditare sul futuro cercando le risposte nel patrimonio del nostro passato individuale, dove si annida la saggezza semplice che tanto ci servirebbe per la vita quotidiana.

Michele Adamo

Cari Amici Soci del Circolo dei Lucani di Bologna.

Quando le radici hanno le ali per tornare alle origini, danno sempre il fiore. E’ il caso di LEONARDO LACAVA, figlio di padre lucano e madre istriana, bolognese di nascita e autore di una meravigliosa opera dal titolo e sottotitolo intelligente per le riflessioni e tematiche, che invitano a superare i pregiudizi e le differenze Già dal titolo dell’opera “ UN BOLOGNESE TERRONE” e dal sottotitolo “il pregiudizio che può essere vinto “, possiamo dedurre il valore immenso del pensiero dello scrittore. Attraverso storie personali e della propria famiglia di emigranti meridionali a Bologna negli anni 50, possiamo trarre insegnamenti nobili sui temi della questione meridionale, che da sempre impegnano le menti più attente. Sono storie antiche, ma ancora attuali, provocate dal bisogno di migliorare impegnando le uniche ricchezze disponibili di virtù cristiane come la tolleranza e la rassegnazione al distacco dalle tradizioni e dagli affetti, mediate dai valori come l’onestà, il dovere e il desiderio di lavorare in pace, sicurezza e libertà. Siamo lucani e tutti ci possiamo identificare in queste storie di eroismi e di tanta buona volontà. L’incontro tra le proprie origini e la nuova condizione di convivenza con l’altro, non solo fa superare il pregiudizio, ma induce una spinta creativa a sdoganare una terminologia con connotazione negativa e di insulto campanilistico come “TERRONE” da invettiva di inferiorità antietnica e culturale degli “Italiani del Nord” verso gli “Italiani del Sud” a un riconoscimento di ironia spiritosa affettuosa e benigna. Del resto e questo lo aggiungo io, “POLENTONE” di rimando non era da meno. Sono sicuro che le storie di questo libro riguardano un po’ tutti noi viaggiatori degli anni ‘50/’70 del secolo scorso con le valigie di cartone fermate con lo spago e trasportati dal “Treno del Sole” o dalla “ Freccia del Sud” e ,per i più fortunati, dalla “Topolino”; pertanto è un libro da comprare e da leggere subito visto che, oltre tutto, per desiderio dell’Autore, i ricavi saranno devoluti completamente al Comitato della Croce Rossa Italiana. Il gesto dal punto di vista umano ha un significato profondo se si pensa che l’autore ipovedente severo, quasi cieco, invalido in carrozzella e costretto alla ventilazione meccanica ha sentito il bisogno , nonostante il disagio, di scrivere un’opera ricca di riflessioni di natura storica, sociologica, antropologica, filosofica e in parte metafisica da donare ad una organizzazione come la Croce Rossa totalmente dedicata al sostegno dei più sfortunati, più deboli e più fragili e sempre in prima linea come in questo tragico momento di pandemia.
Ringrazio sentitamente e con cari saluti a tutti Michele Adamo

Cinzia Salomoni Siano

proprietario verificato

Bello il libro di Leonardo Lacava, “Un bolognese terrone, il pregiudizio che può essere vinto”.
Ho avuto l’impressione che il libro scorra su due binari: su un binario si svolge la “grande” Storia, quella che si studia, quella che tutti conosciamo (o quasi, perché vengono raccontati episodi a volte sconosciuti ai più) e sull’altro la “piccola” storia, quella della gente comune. In questo caso, e partendo da molto lontano, della famiglia dell’autore.
Ed è un libro che si legge a differenti livelli: devo dire che io, spigolatrice, sono andata alla ricerca della piccola storia, la storia di quella famiglia patriarcale, ma anche estremamente moderna, che di pagina in pagina diventava sempre più concreta e visibile, tanto che giunta alla fine mi sembrava di conoscere tutti.
Ma i due binari non corrono paralleli perché poco alla volta ci si accorge che la “piccola” storia, più che affiancarsi alla “grande” Storia, si impiglia nei suoi rami, e così la modella nella chioma e nella forma, una forma complessa e molto vitale.
Forse è proprio la vitalità la cifra di lettura da cui più mi sono sentita accompagnata: la vitalità fisica del vivere quotidiano, quella dell’ospitalità nel ritorno al paese e nei sapori dei cibi, nelle emozioni della prima gita in Francia e nel desiderio di avventura e di mare, nel sipario strappato delle utopie, raccontato nella prima dura e ostinata esperienza in fabbrica.
Leonardo Lacava, nel compiere questo viaggio a ritroso nella propria infanzia, adolescenza e giovinezza, è riuscito ad inoltrarsi, con intimità, amore e rispetto, nelle pieghe dei sentimenti e il suo “a rebours” è come un dagherrotipo in cui si rispecchia una generazione, forse davvero “la prima che ha studiato”.
Se nella prosa la vena intimista affiora all’interno di un linguaggio scarno e asciutto come le pietre di Eboli, la stessa emerge con forza e malinconia nelle “poesie in libertà” che chiudono il volume, “Il vuoto non spaventa, ma rende tranquillo: la calma vuota di un mattino terso d’estate ha il sapore di un ricordo remoto, di una dolcezza passata che solo quel profumo può rammentarti. E’ il ritorno di fiamma di una parte di vita dimenticata…”, un susseguirsi di parole e di emozioni che congiungono il passato al presente.

Gino

proprietario verificato

Mi onoro di conoscere Leo da diversi anni e in questo libro mi ha confermato il suo spirito sempre libero che ha ispirato tutta la sua vita piena di successi e amore e che contagia il lettore in percorso fatto di sincerità e bellezza

ROBERTO DE PASQUALE

proprietario verificato

” Da dove veniamo, chi siamo realmente, dove siamo diretti, cosa siamo destinati a divenire? ”
” Siamo il nostro passato prossimo, il passato remoto, il presente, forse anche il futuro? ”
Sono questi, direi, i profondi interrogativi che l’Autore si pone, e ci pone, mentre sfoglia l’Album dei suoi vividi ricordi e ce lo presenta, come un intenso affresco storico-biografico. Lui si fa da parte, rimanendo sullo sfondo e, quasi da spettatore (come noi), ripercorre storie di vite familiari, contestualizzate nella grande Storia di tutti, in un luogo/non luogo che è qui e contemporaneamente altrove. In sostanza, ci vuole dire, noi siamo figli non soltanto dei nostri (pro)genitori, bensì anche dell’esperienza e dell’ambiente circostante, che ci condizionano ma che possiamo a nostra volta condizionare. Così, l’esistenza – individuale e collettiva insieme – ci forma e ci forgia, attraverso sentieri talora scelti, spesso insondabili. Proprio questi, unitamente al nostro patrimonio genetico, rappresentano le RADICI AEREE, che partendo dal Profondo tendono ad elevarsi verso l’Alto, assorbendo tutto il miglior nutrimento che la Vita può offrire. Lo scrigno dei ricordi è ormai aperto, disvela un mondo non solo e non tanto nostalgico, quanto edificante e valoriale, che non può e non deve andare perduto. Lo scrittore-poeta Leonardo Lacava, Uomo da sempre e per sempre Libero, innamorato della propria splendida Famiglia, con impareggiabili trasparenza ed obiettività di giudizio, ma anche con il buon senso e l’accortezza del “bonus pater familias”, ci insegna come essere consapevoli del destino affidatoci e nel contempo pienamente responsabili, verso noi stessi ed il Prossimo. Il Testimone è già passato di mano, ora sta a noi afferrarlo e trasmetterlo agli altri, perché le impronte di tutti rimangano ben impresse.
Un’opera avvincente che mi ha avvinto, dimostrando che se da un lato il vincente può essere vinto, dall’altro anche il vinto può essere vincente, nell’incessante e tormentato progresso della vita. Un libro profondo, sentito, dagli alti meriti umani e fortemente consigliabile per chiunque, scritto con il sincero proposito di fare del Bene e per bene, lasciando una traccia da seguire per un Mondo migliore, per chi verrà dopo di noi.

Fabio Marzola

proprietario verificato

Scorrevole, ricco di spunti storici, descritti e commentati in modo autentico. Potrebbe essere la storia di una vita di chiunque di noi, visto che ogni persona che vive intensamente la propria vita, potrebbe, come si suol dire, scriverci un libro. Mi ha consentito di riflettere molto sul mio passato e di continuare a tener presente, sempre, quali sono i valori veri della vita. Grazie all’autore.

Silvana. N.

Un bel libro scritto con un linguaggio scorrevole nel quale la precisione e bellezza formale delle parole conducono direttamente e piacevolmente il lettore alla comprensione della sostanza del concetto e pensiero espresso. Niente è lasciato all’improvvisazione e ogni riferimento di carattere storico, politico, sociale, culturale, filosofico a eventi o personalità ha la sua nota in calce con importanti spunti di approfondimento per il lettore. Lo schema narrativo parte da racconti biografici dei membri delle famiglie dell’autore ( paterna, materna, la famiglia dell’adolescenza, la famiglia costituita dall’autore, sua moglie, suo figlio, sua nuora e i suoi nipoti e la famiglia della moglie) per allargare lo sguardo al contesto storico, politico, sociale e ai valori culturali etici e morali dei protagonisti. Il tutto per potere ragionare con senso critico e competente sull’oggi e sul domani, sulla contemporaneità e universalità. Questo libro ci stimola a compiere viaggi simili a quelli raccontati dall’autore sia attraverso la memoria, per ricercare le componenti ambientali e familiari che hanno guidato la formazione di ciascuno, sia attraverso l’utilizzo consapevole degli strumenti culturali a propria disposizione per arrivare ad esercitare il proprio senso critico, libero e indipendente nel leggere la realtà e “vincere il pregiudizio”

Imelde Cassino Rosati

Carissimo Leonardo o Narden, come ti chiamava la Nonna Gianna, ho terminato da poco la lettura del tuo libro. Mi è piaciuto tantissimo e mi ha commosso profondamente. Hai avuto la capacità di rievocare episodi familiari intrecciati alle situazioni storiche del momento, facendo rivivere le atmosfere irripetibili di quegli anni. Belle le riflessioni politiche, filosofiche e socio-economiche scaturite da esperienze intensamente vissute. Molto interessante il terzo capitolo che illustra la vacanza al paese delle origini paterne, commovente e viva la descrizione della Nonna Gianna, anche per me indimenticabile e dolcissima zia. Che cosa aggiungere se non un grande grazie unito alla speranza che tu possa ancora regalarci altre perle come Un bolognese terrone. Un abbraccio fortissimo ricordando la nostra adolescenza. A presto!

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