Un originale ed interessante connubio tra due lingue che si fondono, si uniscono, si mescolano, che convivono in un unico libro dando vita ad un coro di stili diversi ed esaltando la “musicalità” del senso, del significato del Vangelo. Un testo che va letto con estrema attenzione, un libro da leggere prendendosi del tempo per incamerare, accogliere e interrogarsi. Il Vangelo, Testo Sacro, viene elaborato nella lingua di origine dell’autore, ovvero il siciliano, per poi essere “tradotto” in versi italiani, ma con un linguaggio particolare, solenne ed uno stile volutamente ricercato, a voler celebrare la sacralità del contenuto e l’antichità della Sacra Scrittura: è anche per questo che richiede al lettore particolare cura nell’approcciarsi al testo. L’autore ha voluto esaltare e rimarcare le sue origini, la sua appartenenza, usando una lingua che gli appartiene, che gli facesse “plasmare” Vangelo per appropriarsene, farlo veramente suo ed infine affiancare al suo dialetto siciliano i versi in italiano, ma non con un linguaggio comune. Possiamo dire che sono le due facce della stessa medaglia, una dicotomia, un’alternanza tra quella che, chiamiamo lingua e quello che chiamiamo dialetto, tra strutture e sovrastrutture, tra la vera natura, la vera essenza, quello che profondamente siamo e quello che dovremmo essere, forse allontanati dalle convenzioni sociali o per compiacere gli altri. Intento di questo testo non è quello di voler “indottrinare” il lettore, bensì quello di chiacchierare amichevolmente con lui facendogli cogliere il senso profondo dell’esistenza umana. L’autore dialoga con il lettore e forse, attraverso le sue parole, ha voluto rendere “più accessibile” un testo che può apparire impenetrabile, data anche la sua maestosità ed imponenza, offrendone una possibilità di significato.
Andrea Bruno è nato ad Adrano, in Sicilia. Da piccolo ha perso il padre e questo tragico episodio l’ha fortificato e l’ha forgiato, gli ha dato quella grinta e quella spinta per affrontare la vita, autodefinedosi un vero “Ottimista con venature di pessimismo”. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, si impiega in banca. Ora in pensione si dedica ad una sua forte passione, quella per la scrittura, soprattutto esaltando la lingua siciliana.
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