Al giorno d’oggi, uno degli argomenti maggiormente discussi a livello mondiale, più popolare dello shopping o della politica, è legato al rapporto tra genitori e figli.

Passeggiando per strada, oppure sorseggiando un buon tè in un bar, o ancora semplicemente intanto che si sta facendo la spesa, è senza ombra di dubbio sicuro che si senta almeno una conversazione nella quale i figli rappresentino il punto focale, sia in positivo che in negativo. Perché bisogna ammettere che non è sempre vero che se si parla di loro lo si fa solo per lodarli, anzi, forse il più delle volte è certo il contrario.

Dopotutto, come dice un famoso detto: “Sbagliando si impara”. Quei genitori che ogni volta che ne hanno l’occasione sostengono che il proprio figlio sia bravo in tutto, mentono. Nessuno è perfetto.

Né loro né gli altri. Purtroppo, però, l’importanza che non troppo velatamente si cela nelle parole di queste secolari massime non viene sempre colta, finendo per creare genitori troppo sicuri di sé stessi e troppo convinti di non poter mai sbagliare, che di conseguenza, anche se non sempre lo fanno apposta, ottengono come risultato finale delle loro azioni un insegnamento negativo nei confronti di una prole che deve essere positivamente plasmata alla vita.

Fare il genitore è difficile, è un qualcosa che ti deve venire da dentro, dal cuore, è un gesto d’amore ed è una realizzazione personale, fortemente motivata anche da quegli ambiti religiosi che da immemore tempo ne tramandano l’importanza.

Eppure appena si diviene responsabili di un’altra vita perché un genitore ne è il responsabile, non ne è il proprietario – si finisce di essere sereni, diventando consapevoli che ora l’attenzione e la preoccupazione sarà rivolta fino alla morte ad un prolungamento esterno della propria anima.

In fondo, come ogni cosa, anche questa ha i suoi pro e i suoi contro, affinché si possa mantenere un sano equilibrio. Ma per limitare questi contro nella vita dei figli servono dei sani esempi a cui appoggiarsi, soprattutto oggi che si vive in una società che mette costantemente alla prova gli uomini. Non sempre si sa come doversi comportare, ed è per questo motivo che questo saggio risulta essere così tempestivo e utile. Tutto, o quasi tutto ciò che c’è da tenere in considerazione per essere giusti genitori e allo stesso tempo corretti e rispettosi figli, lo scrive Gabriele Bernardelli, l’autore di Scontro generazionale.

Questo manuale affronta l’intimo e viscerale legame genitoriale-filiale che si crea già all’atto del concepimento, analizzandone i diversi aspetti grazie ad uno storico confronto tra passato e presente – e focalizzando l’attenzione su quei comportamenti positivi o negativi che caratterizzano questo vincolo d’amore, che da secoli costituisce la matrice della famiglia.

Leggere queste pagine sarà come immergersi nella vita di milioni di persone, sarà come fare un viaggio emozionale tra conflitti, gioie, doveri e obblighi, senza però rinunciare ad incontrare quei silenziosi consigli che forse tutti vorrebbero ricevere per ricoprire al meglio il proprio ruolo, affinché si possa vivere in un luogo, così com’è la casa, pieno d’armonia.

Gabriele Bernardelli
nato a Verona nel 1953. Dopo aver terminato gli studi superiori si iscrive all’Università di Padova, conseguendo una Laurea presso la facoltà di Medicina e Chirurgia.

Vince una borsa di studio e si trasferisce negli USA dove, al termine dell’iter universitario, decide di cambiare indirizzo e intraprende gli studi legali.

Opera per nove anni come giurista in una banca americana, per poi aprire un proprio studio di diritto internazionale.

Nel 2000 è in Bosnia Erzegovina, e poi in Ucraina fino al 2018, dove sporadicamente scrive notizie dall’est europeo per Fox News. Da allora ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Questo è il suo quinto libro.