In una tranquilla città del nord Italia, la scoperta del corpo di Alice Sartor nel parco dello Storga irrompe come un evento destabilizzante, rivelando i segreti oscuri celati dietro le facciate di una comunità apparentemente serena. La protagonista, Lavinia, si immerge in un’indagine che sfida le apparenze, scoprendo verità sconvolgenti che sfidano le convenzioni sociali e personali.
Ambientato in un contesto di crisi pandemica, con echi di difficoltà economiche e isolamento sociale, il romanzo intreccia mistero e introspezione psicologica. Attraverso colpi di scena e dialoghi intensi, “Quei brutti fatti allo Storga” esplora la dualità tra apparenza e realtà, mostrando come la ricerca della verità possa scuotere profondamente l’esistenza umana.
In “Quei brutti fatti allo Storga”, una tranquilla realtà viene trasformata in un intricato enigma in cui l’occulto e la morte diventano oggetti di indagine. Ogni scoperta e ogni passo verso la luce della verità rappresentano avanzamenti verso una comprensione più profonda del mondo circostante. Questo romanzo segna l’esordio letterario di Maria Francesca Bello, autrice residente a Treviso, che con maestria tesse una narrazione ricca di mistero e introspezione.
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