Le case non sono solo muri di Annarosa Manetti
Annarosa Manetti, romana di nascita e laureata in Lettere, ha trascorso trent’anni della sua vita all’estero, seguendo il marito diplomatico italiano.
Quest’esperienza le ha permesso di immergersi in un ricco mosaico di culture, riflettendo la sua passione per l’arte e la cultura in ogni angolo del mondo che ha visitato.
Ora residente a Venezia, Manetti porta nel suo bagaglio letterario non solo il ricordo delle numerose case abitate, ma anche la profondità delle esperienze vissute in ognuna di esse.
Ogni suo libro è un tassello che contribuisce a formare un affresco complesso e sfaccettato della sua vita, mescolando storie personali con la storia delle città in cui ha vissuto.
Quest’ultima opera, che si snoda attraverso Roma, Marsiglia, Varsavia, Rawalpindi, Islamabad, Wellington, Gerusalemme, e infine Venezia, è un viaggio attraverso luoghi e memorie, unendo il personale al collettivo.
Manetti ci mostra come ogni casa diventi un capitolo di un racconto più ampio, dove i ricordi e le esperienze si fondono creando un legame perpetuo, quasi un filo invisibile che connette non solo i luoghi fisici, ma anche le epoche e le emozioni vissute.
Non solo un racconto di viaggi e spostamenti ma una testimonianza di come le radici possano essere trovate nella varietà e nei ricordi dei luoghi e delle persone incontrate.
Le case diventano simboli di un legame sottile ma eterno, unendo ricordi e esperienze in un unico tessuto vitale.
Nativa di Roma e laureata in Lettere, Annarosa Manetti ha esplorato il mondo grazie a trent’anni di vita all’estero, seguendo suo marito, un diplomatico italiano. Durante questi anni, Manetti ha coltivato una profonda dedizione per l’arte e la cultura, arricchendo le sue esperienze in ogni paese che ha chiamato casa. Attualmente residente a Venezia, porta con sé un ricco patrimonio di memorie e conoscenze.
Nel suo percorso letterario, Manetti ha dato voce a un’ampia gamma di temi e storie. Tra le sue pubblicazioni più note ci sono ‘Diario dall’Albania – 1990’, una riflessione intensa sulle sue esperienze, che le è valsa la finale al Premio Pieve S. Stefano dell’Archivio diaristico nazionale e una successiva traduzione e pubblicazione in Albania.
Ha esplorato la storia veneziana in ‘Antonia Bembo, una veneziana alla corte del Re Sole’, ed è entrata nel mondo della fiction con opere come ‘La giustizia viene a passi felpati’, ‘Oltre i monti di Giada’, ‘Il gigante di legno’, e ‘La sposa romana’, quest’ultima finalista al torneo IoScrittore 2017. Recentemente ha pubblicato ‘Il filo invisibile del destino’ e contribuito al romanzo collettivo ‘Le Età di Marta’.
L’opera di Manetti non è solo un viaggio attraverso luoghi e culture diverse, ma è anche una testimonianza della sua capacità di tessere storie che intrecciano l’individuale con l’universale, il personale con il collettivo, offrendo ai lettori un’esperienza letteraria ricca e multiforme.
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